IL SEGRETARIO NAZIONALE
Ancora una volta Nino Luciani invia, senza averne titolo legalmente, ai soci della Democrazia Cristiana compresi nell'elenco autorizzato a suo tempo dal Giudice Romano, una lettera di convocazione per una assemblea congressuale da tenersi in videoconferenza il 23 Maggio p.v.
Nonostante la diffida notificatagli dal segretario amministrativo, rappresentante legale del Partito e dal Segretario politico della Democrazia Cristiana il Luciani reitera ostinatamente iniziative prive di fondamento giuridico e in aperta violazione delle norme statutarie, con grave lesione dell'immagine e della attività operativa della Democrazia Cristiana.
Il Luciani inoltre interpreta artatamente la decisione di estromissione dal processo richiesta da Lisi e graziosamente ed equivocamente concessa dagli avvocati di Cerenza e De Simoni, come una decisione sulla validità del Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana mai affermata dal Giudice Scerrato n'è rinvenibile nel verbale dallo stesso redatto.
Luciani, che può contare su uno sparuto manipolo di seguaci, continua a diffondere notizie false, ad intestarsi poteri rappresentativi e decisionali (vedi convocazione per conto del Tribunale civile di Roma ecc.) che mirano subdolamente a creare una legittimazione per le sue iniziative inesistente sul piano giuridico e statutario,ma utile per tentare di coinvolgere persone disinformate e in buona fede.
Inoltre Luciani, continuando a interpretare la decisione di rinvio dell'udienza adottata da Magistrato, motivata a suo dire da una anomalia rilevata nella partecipazione di Cerenza e De Simone nella doppia veste di soci ricorrenti per l'annullamento del Congresso Nazionale e di presunti amministratori (segretario politico e segretario amministrativo) della Democrazia Cristiana nominati da una fantomatica assemblea costituente svoltasi il 12 ottobre 2019 in contemporanea con l'assemblea dei soci illegittimamente convocata dal Luciani.
Il Luciani pertanto decide "motu proprio" di convocare una assemblea di soci per il 14 marzo 2020 e di espellere dal Partito Cerenza e De Simoni ai sensi 6,7 e 24 del Codice civile.
La vicenda assume toni farseschi, perché nella stessa comunicazione Luciani, diramando un farneticante Ordine del Giorno per l'assemblea dei soci, convocata dallo stesso per il 23 Maggio p.v., inserisce al punto 12 la ratifica di un accordo sottoscritto da Fontana nel 2017 e che prevede la gestione congiunta della D.C. (ripartizione 1/3-1/3-1/3) con Angelo Sandri e Franco De Simoni, ossia con chi ha appena deciso di espellere dal Partito.
Lo stato evidente di confusione mentale, frutto di antiche insoddisfazioni politiche e di non governabili ambizioni personali rischia di degenerare in una avventuristica vicenda che da politica può trasferirsi nelle aule giudiziarie.
Faremo di tutto per evitarlo augurandoci che chi in buona fede si è trovato coinvolto possa responsabilmente contribuire per evitare ulteriori danni al Partito della Democrazia Cristiana.
dr. Renato Grassi Segretario Nazionale DC