LA COSTRUZIONE DELLA DC DALLA LIBERAZIONE ALLA COSTITUENTE (1945-1948)
Il 10 dicembre 1945, Alcide De Gasperi diventò Presidente del Consiglio. La Democrazia Cristiana guiderà i governi del Paese ininterrottamente fino al 1981.
Alcide De Gasperi guidò un governo con i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, e in esso la DC detiene il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero per l'Africa Italiana (entrambi con De Gasperi), il Ministero dell'Aeronautica (con Mario Cevolotto), il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni (con Mario Scelba), il Ministero dell'Industria (con Giovanni Gronchi). Completano la squadra del primo governo guidato dalla DC: Giuseppe Spataro, Luigi Chatrian, Achille Marazza, Antonio Segni, Gennaro Cassiani.
Il partito si staVA organizzando, la nuova responsabilità di governo pesava sugli impegni degli uomini della DC, e la scelta dell'assetto istituzionale da dare al Paese costituisce una importante questione del panorama politico.
Nel febbraio 1946 si svolge il I° Congresso nazionale del Movimento Femminile della DC.
Nell'aprile 1946 si svolge a Roma il I° Congresso nazionale della DC: l'argomento principale riguarda proprio la scelta tra Monarchia e Repubblica. In un referendum svolto tra gli iscritti alla DC, emerge una maggioranza favorevole alla scelta repubblicana (il 60% circa), una quota piuttosto esigua per la Monarchia (il 17%) ed il restante 23% non esprime la propria preferenza.
La DC decide ufficialmente di lasciare libertà di voto ai propri elettori, al momento del referndum tra Monarchia e Repubblica.
Il 2 giugno 1946 si svolge sia il referendum che le elezioni per l'Assemblea Costituente. La scelta a favore della Repubblica prevale nel referendum con il 54,3% dei voti, e alle elezioni la Democrazia Cristiana prevale su tutti gli altri partiti con il 35,2% dei voti.
Dopo le elezioni, De Gasperi doverosamente rassegna le dimissioni del proprio governo nelle mani del Capo di Stato provvisorio, Enrico De Nicola. Il 13 luglio 1946 nasce quindi il II° Governo De Gasperi, con democristiani, comunisti, socialisti e repubblicani, nel quale aumenta il peso politico della DC.
Il partito si assesta nelle crescenti responsabilità, responsabilità sia di governo (nel lavoro di ricostruzione di un Paese rovinato dalla guerra) che parlamentari (nel lavoro per la redazione della nuova Costituzione repubblicana). A livello governativo e partitico, grande peso e ruolo ovviamente viene svolto dalla classe dirigente degasperiana. A livello costituente, si deve rilevare l'originale apporto che una parte della DC, i cosiddetti dossettiani, svolge nell'Assemblea Costituente.
Tra luglio e settembre 1946, Giovanni Gronchi diventa Presidente del Gruppo democristiano all'Assemblea Costituente, e Attilio Piccioni viene eletto nuovo Segretario politico della DC.
Già nel dicembre 1946 si accende la dialettica politica interna alla DC, tra la leadership degasperiana e il gruppo dossettiano: al Consiglio nazionale del dicembre 1946, Dossetti ed i suoi presentano una mozione di sfiducia contro il Segretario politico Piccioni, espressione della linea politica degasperiana.
La scissione nell'ambito del Partito Socialista comporta le dimissioni del II° Governo De Gasperi, il 20 gennaio 1947. Il 2 febbraio giura il III° Governo De Gasperi, il tripartito DC-PCI-PSI, mentre alcuni risultati elettorali (come quelli per la prima Assemblea regionale in Sicilia) forniscono segnali preoccupanti per la DC, in forte calo rispetto al voto nazionale del 2 giugno 1946.
La situazione del Paese, soprattutto nell'ambito economico e sociale, è molto grave. Alcide De Gasperi appare consapevole che senza un allargamento della base sociale del governo, senza un forte coinvolgimento delle forze produttive, e senza una solidarietà internazionale per la ricostruzione dell'Italia, l'immane sforzo che viene compiuto dal governo rischia di essere vano.
Al di là del proficuo lavoro svolto dai rappresentanti dei partiti nell'Assemblea Costituente per redigere la Costituzione, le linee politiche dei partiti di governo vanno a divergere: divergono sulle scelte economiche necessarie a ricostruire il Paese, divergono sulle scelte di politica internazionale, con la stretta dipendenza del PCI di Palmiro Togliatti all'Unione Sovietica, e l'allineamento del PSI di Pietro Nenni alle posizioni del PCI.
In questo quadro, Alcide De Gasperi rompe gli indugi e il 13 maggio 1947 si dimette: cade così l'ultimo governo costituito anche con ministri comunisti, fino a che la dissoluzione della DC negli anni Novanta non trasformerà tutto il quadro politico nazionale.
Il 31 maggio 1947 nasce il IV° Governo De Gasperi, che rappresenta il primo governo centrista della storia repubblicana. Con il liberale Luigi Einaudi come Vice Presidente del Consiglio e Ministro del Bilancio, e Mario Scelba come Ministro dell'Interno, la DC di De Gasperi compie la scelta fondamentale per il partito e per il Paese, in favore di una alleanza con gli Stati Uniti e di una economia di mercato.
Al II° Congresso nazionale della DC, dal 15 al 20 novembre 1947 a Napoli, la DC conferma la sua vocazione centrista, prendendo le distanze sia dalla destra che dalla sinistra. Sul piano economico, la DC conferma la necessità di accompagnare il rigore economico deflazionistico all'esigenza di nuovi aiuti a livello sociale. Sul piano governativo, la DC auspica un allargamento del governo.
Nel dicembre 1947 entrano nel Governo De Gasperi anche Giuseppe Saragat (PSDI) e Randolfo Pacciardi (PRI) come Vice Presidenti del Consiglio.
Una volta entrata in vigore la nuova Costituzione repubblicana, il 1° gennaio 1948, la politica italiana viene canalizzata nella battaglia elettorale delle prime elezioni politiche generale della Repubblica.
La mobilitazione del mondo cattolico è particolarmente forte, la posta in palio è enorme per il Paese. Nel febbraio 1948 vengono istituiti i Comitati Civici, per iniziativa del Presidente dell'Azione Cattolica Luigi Gedda, il cui apporto alla mobilitazione dell'elettorato per la DC sarà molto importante. Nello stesso febbraio 1948, un colpo di stato a Praga porta il Partito Comunista al potere.
Il 18 aprile 1948, in un clima di scontro anche fisico e non solo politico, si svolgono le elezioni: la DC ottiene il 48,5% dei voti alla Camera dei Deputati, e il 48,1% al Senato.
Alcide De Gasperi esce vincitore nella battaglia elettorale decisiva.