Sabato 18 Gennaio prossimo, 101° anniversario dell’”Appello ai Liberi e Forti” di don Luigi Sturzo, tutti i popolari e i democratici cristiani italiani, sono invitati a partecipare al seminario organizzato dalla Federazione Popolare del Democratici cristiani e dalla Fondazione Democrazia Cristiana, sul tema: “ Popolari 101, un nuovo inizio”.
Con la sottoscrizione del patto federativo da parte di oltre quaranta tra gruppi, associazioni e movimenti politico culturali, i rappresentanti dei diversi partiti che hanno caratterizzato la lunga stagione della diaspora democratico cristiana (1994-2019): Cesa, Fiori, Grassi, Rotondi e Tassone, apriranno una nuova stagione per il cattolicesimo democratico e cristiano sociale del nostro Paese.
E’ la fine di una suicida lotta apertasi con l’ultimo Consiglio Nazionale della DC che, proprio il 18 Gennaio 1994, con Mino Martinazzoli, segretario nazionale, decise di sciogliere il partito che aveva governato l’Italia per oltre quarant’anni. Una decisione improvvida e illegittima (dato che doveva, semmai, essere assunta solo da un congresso nazionale) dalla quale prese avvio la lunga stagione della battaglia fra i presunti eredi, cui pose fine la sentenza della suprema Corte di Cassazione a sezioni civili riunite, n. 25999, del 23.12. 2010 secondo cui: “la DC non è mai stata giuridicamente sciolta”.
Come è scritto nella locandina invito del seminario che si terrà a Roma, sabato 18 gennaio 2020, nella sala Alessandrina di Lungotevere in Sassia, 3 dalle ore 9,30 alle 13: “La Federazione punta, per la prima volta dopo tanti anni, a superare la diaspora e le divisioni che hanno compromesso una presenza culturale e politica e a costruire un’alternativa sia alla nuova destra che si è sviluppata nei tempi più recenti che alla sinistra in crisi di identità. Il populismo e il sovranismo si sono affermati per la mancanza di un riferimento valoriale come quello del popolarismo e della Dottrina Sociale della Chiesa che restano un “pensiero forte” legato ai principi della Costituzione, allo Stato di diritto e ai diritti fondamentali dell’uomo.
Il progetto è quello della ricomposizione dell’area popolare laica e riformista aperta alle esperienze e alle forze cristiano sociali che si ispirano alla Costituzione.
L’obiettivo è che la Federazione Popolare dei Democratici Cristiani, con i valori ai quali si ispira, possa misurarsi già in tutte le prossime competizioni elettorali.
Con l’avvenuta costituzione della Federazione Popolare è definitivamente superato il contenzioso sul simbolo storico dello scudo crociato e sabato prossimo, sarà annunciato ufficialmente, l’avvio di un progetto per la nascita di un nuovo partito che intende rappresentare la tradizione del cattolicesimo democratico e cristiano sociale e costituirsi nella sezione italiana del PPE.
Un comitato provvisorio coordinato dall’on. Giuseppe Gargani e di cui fanno parte: Paola Binetti, Ettore Bonalberti, Lorenzo Cesa, Publio Fiori, Giuseppe Gargani, Renato Grassi, Filiberto Palumbo, Gianfranco Rotondi, Mario Tassone, è impegnato a dar vita in tutte le regioni, le province e i comuni italiani, ai comitati della Federazione Popolare, dai quali saranno eletti i delegati all’assemblea costituente che deciderà: programma, nome e simbolo del partito e selezione democratica della classe dirigente. Un partito che “possa misurarsi già in tutte le prossime competizioni elettorali”.
Nel deserto delle culture politiche dell’attuale triste fase politica italiana, il ritorno in campo di un partito ispirato dalla dottrina sociale della Chiesa e dell’umanesimo cristiano, ossia della più avanzata lettura della globalizzazione mondiale, se sarà in grado di mobilitare le nuove energie che la società civile ha fatto emergere con efficaci manifestazioni popolari, sarà un’importante offerta alla domanda di rappresentanza che, soprattutto i ceti medi produttivi e le classi popolari hanno espresso; dapprima, con l’appoggio a movimenti e partiti oggi in una crisi drammatica, e, poi con l’astensione dal voto, lasciando spazio aperto a una deriva nazionalista e populista che, se prevalesse, porterebbe il Paese, come già avvenuto col governo giallo-verde, al totale isolamento internazionale.
Abbiamo combattuto questa battaglia per la ricomposizione politica dell’area cattolico democratico e cristiano sociale sin dal momento della fine politica della DC, e siamo particolarmente lieti che, sabato prossimo, si metta la parola fine alla diaspora DC e si avvii “un nuovo inizio” al quale invitiamo a partecipare, soprattutto le nuove generazioni, che intendano realizzare con tutti noi la più profonda delle riforme possibili, ossia l’integrale attuazione della Costituzione repubblicana.
Ettore Bonalberti
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