Caro Gianni,
non avrei voluto disturbarti ulteriormente rispetto ai tuoi prioritari e delicati impegni personali, ma riconfermandoti la mia solidale e fraterna vicinanza ti prego di prestare un momento di attenzione alle anomali, ma purtroppo fastidiose, anche se marginali vicende interne alla D.C.
L'ennesima e-mail di Nino Luciani inviata nella nuova veste di "Presidente nazionale ad interim della D.C." rivela, integrandoli, i retroscena di un singolare scambio di opinioni tra soggetti, in precedenza accomunati da una comune strategia di contestazione politica e giudiziaria rispetto allo svolgimento del XIX Congresso Nazionale della D.C. celebratosi il 14 Ottobre 2018.
Già il dr. F.M. Fioretti, ex Presidente di sezione della Cassazione, replicando drasticamente a Cugliari nella chat "Uniti al Centro", aveva precisato che l'assemblea convocata da Luciani "è nulla perché l'ordinanza del Giudice Romano ha autorizzato specificamente la precedente assemblea del 17 febbraio 2017, ma non quella del 12ottobre 2019, che già è nata con un vizio di origine, un deficit di legalità".
Il prof. Luciani nella sua nota scrive di aver informato Cerenza della sua iniziativa e di essere stato sommerso per tutta risposta da "un diluvio di improperi con minaccia di denuncia perché la delibera è nulla" con ovvio riferimento agli atti effettuati da Luciani e compagni.
Cerenza è coerente. Luciani dimentica, infatti, che Cerenza non contesta giudiziariamente solo il congresso del 14 Ottobre 2018, ma sopratutto l'originaria assemblea ricostitutiva della D.C. svoltasi il 17 Febbraio 2017, autorizzata dal giudice Romano, che adesso si è voluta, con una quantomeno anomala interpretazione, riprodurre.
In quella vertenza Luciani è individuato come capofila della controparte rappresentata anche da Fontana, Alessi, Gubert, Dagro' e Grassi.
E' auspicabile che il prof. Luciani, riordinando le sue idee, recuperi almeno una linea di coerenza comportamentale.
Per evitare tuttavia che la vicenda, ormai dagli aspetti tragico-comici si trasferisca ulteriormente sul piano giudiziario è opportuno che "l'avvocato Fontana" indicato, nonostante le smentite verbali, come il mallevadore dell'assemblea del 12ottobre, esca dal ruolo assegnatogli di convitato di pietra, e responsabilmente e con la sua indubbia autorevolezza chiarisca il suo pensiero.
Caro Gianni, stiamo lavorando insieme convintamente, pur con una articolazione di contributi personali, alla costruzione di una aggregazione di ampio respiro che prefiguri l'unità politica dei cattolici democratici. Non facciamoci attardare da "querelle" strumentali e di dubbia consistenza politica e giuridica.
Un abbraccio fraterno.
Roma, 11 novembre 2019
Renato Grassi