Come nel 2016 costituimmo il Comitato per il No per contestare lo stravolgimento della Costituzione proposto dal Presidente del Consiglio dell’epoca, così oggi costituiamo un “Comitato per il No” per un referendum che proponiamo per annullare la decisione del Parlamento di ridurre il numero dei parlamentari.
Questa decisione, presentata come riforma, costituisce uno sfregio per il Parlamento e per la democrazia e rientra in una strategia di delegittimazione del Parlamento e della democrazia rappresentativa.
Un Parlamento meno rappresentativo porta ad una democrazie più debole nella prospettiva di una non meglio precisata democrazia diretta.
Il rapporto tra gli eletti e gli elettori, dilatando lo spazio dei collegi elettorali, viene attenuato o addirittura annullato compromettendo la presenza sul territorio e l’esercizio effettivo della funzione rappresentativa. D’altra parte la dilatazione del collegio, a legge elettorale invariata, determinerebbe maggiore mortificazione della rappresentanza perché renderebbe ancora più “maggioritario” il sistema con esclusione dei partiti minori egualmente rappresentativi.
L’operazione messa in atto nell’ultima votazione alla Camera dei Deputati da una falsa larga maggioranza determina una riduzione del pluralismo parlamentare e una riduzione della dialettica parlamentare.
Il nostro Parlamento nel rapporto tra il numero dei parlamentari e gli abitanti è al 22º posto in Europa quindi con un numero sostanzialmente adeguato, e dunque con la riduzione si vuole soltanto un Parlamento meno rappresentativo, con meno “poltrone” come si dice con propaganda ossessiva per delegittimare la funzione.
Questa volontà distruttiva della democrazia rappresentativa si aggiunge a due iniziative già messe in atto; la modifica costituzionale per attribuire “un vincolo di mandato” al parlamentare e il referendum propositivo. Le tre questioni se fossero portare a termine avrebbero un effetto distorsivo e incriminerebbero seriamente la democrazia rappresentativa.
Il Comitato per il No che costituiamo oggi chiederà attraverso il referendum la cancellazione del taglio dei parlamentari per far trionfare le ragioni della democrazia rappresentativa e della effettiva rappresentanza dei territori.
Giuseppe Gargani, Luigi Compagna,
Benedetto Raniero, Marco Follini,
Fabio Conte, Giuseppe Rotunno
Lorenzo Cesa, Marco D’Agostino,
Efisio Pinna, Gianfranco Rotondi,
Mirko De Carli, Francesco Schittulli
Paolo Cirino Pomicino, Vitaliano Gemelli,
Francesco Venturini, Mario Tassone,
Angelo Gargani, Renato Grassi,
Antonino Giannone, Angelo Sanza
Roberto Landolfi, Maurizio Eufemi, Franco Mencarelli
Ettore Bonalberti, Egidio Pedrini
Alessandro Cattaneo, Emanuele Pezzino