Le ragioni del Comitato del No contro la legge costituzionale al taglio di 345 parlamentari nei sono state illustrate, durante una conferenza stampa a Montecitorio dall’on. Giuseppe Gargani, responsabile del dipartimento Giustizia ai tempi d’oro della Dc, e capo del comitato per il No, nel 2016, nel referendum sulla riforma costituzionale di Renzi, bocciata dagli italiani. Il taglio dei parlamentari, presentato come riforma - ha detto Gargani - in realtà è uno sfregio al Parlamento e alla democrazia, è un colpo al cuore al principio della rappresentanza e rientra in una strategia di delegittimazione del Parlamento e della stessa democrazia rappresentativa. Un parlamento meno rappresentativo porta a una democrazia più debole nella prospettiva di una non meglio precisata democrazia diretta.

In particolare - ha poi spiegato Gargani - il rapporto tra gli eletti e gli elettori, dilatando lo spazio dei collegi elettorali, viene attenuato o addirittura annullato compromettendo la presenza sul territorio e l’esercizio effettivo della funzione rappresentativa.

Regioni come le Marche, l’Umbria, la Basilicata, l’Abruzzo rischiano di vedere decimata la rappresentanza o addirittura cancellata. D’altra parte, se non si cambia la legge elettorale, la dilatazione dei collegi renderebbe ancora più ‘’ maggioritario’’ il sistema, escludendo i partiti minori egualmente rappresentativi. Inoltre, si legge in una nota del Comitato per il NO, il nostro Parlamento, nel rapporto tra il numero dei parlamentari e gli abitanti è al 22/mo posto in Europa, quindi con un numero sostanzialmente adeguato.

Dunque con la riduzione si vuole solo un Parlamento meno rappresentativo, con “meno poltrone’’, come si dice con propaganda rozza e ossessiva. Basta con i paragoni impropri, hanno protestato i senatori Egidio Pedrini e Maurizio Eufemi, aderenti al Comitato per il NO. Non si può dire - ha osservato Pedrini - che abbiamo più parlamentari degli Stati Uniti, facendo un paragone sballato, perché si tratta di sistemi costituzionali diversi e gli USA hanno un assetto federale. Basta - ha detto Eufemi - con la “dittatura del dilettantismo’’: non si può presentare una riforma costituzionale come una campagna pubblicitaria di basso rango. In realtà questa - ha aggiunto Eufemi - è una riforma avventurosa, zoppa, senza la corrispondente modifica della legge elettorale in senso proporzionale con l’introduzione delle preferenze e la riforma dei regolamenti parlamentari.

Durante la conferenza stampa, nella quale sono intervenuti molti parlamentari, è stato sottolineato come un allarme per la democrazia un’altra questione: il taglio del numero dei parlamentari, nel disegno di chi l’ha portato avanti, è parte di una strategia che vuole portare alla democrazia diretta, praticamente alla distruzione del Parlamento così come è inteso nelle democrazie moderne e come lo hanno voluto i nostri Padri costituenti.

Le altre tappe di questa strategia sono il referendum propositivo visto in pericolosa contrapposizione con il Parlamento, e l’introduzione del vincolo di mandato. L’assenza di vincolo, come prevede l’articolo 67 della Costituzione, è un bene prezioso - ha ricordato Gargani - voluto dai Costituenti, per sancire il principio che il parlamentare rappresenta non una parte ma la Nazione e si deve battere per il bene comune.

Viceversa, l’introduzione del vincolo trasformerebbe il parlamentare in una unità che obbedisce al capo, con svilimento della propria dignità e libertà d’azione e di decisione. Qualcuno, tra chi propone il vincolo, ha invocato nei giorni scorsi De Pretis, il politico dell’800 con il quale è sorta la categoria politica del trasformismo. ‘’ Ma Agostino De Pretis - ha commentato Pedrini - si rivolta nella tomba, si arrabbierebbe a essere coinvolto, sia pure come citazione, in questi tentativi di limitare e sfregiare il mandato parlamentare’’ .

Insomma il Comitato per il No promette battaglia, non in difesa di posizioni di potere o di seggi parlamentari, ma in nome della Costituzione. Pedrini ha suggerito di preparare, tra le armi che il Comitato dovrà mettere in atto per chiamare i cittadini a difendere la Costituzione dallo sfregio e la democrazia rappresentativa dallo smantellamento una sorta di prontuario, una specie di bignami, sui lavori preparatori dell’Assemblea Costituente in cui i padri Costituenti - giganti rispetto agli attuali riformatori costituzionali - discussero i temi del numero dei parlamentari, della rappresentanza e l’assenza di vincolo di mandato.

Fanno parte tra gli altri del comitato, oltre alle persone citate, Marco Follini, Mario Tassone, Renato Grassi, Angelo Sanza, Lorenzo Cesa, Luigi Compagna, Ettore Bonalberti, Paolo Cirino Pomicino.

 

Intervista a Giuseppe Gargani

http://www.radioradicale.it/scheda/587723/il-comitato-per-il-no-al-referendum-sul-taglio-dei-parlamentari-intervista-a-giuseppe/stampa-e-regime

 

 

 

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