Una nota dell'Huffingtonpost annuncia che "la D.C. non muore mai è diventa una fondazione alla guida Rotondi e Buttiglione"

A prima vista sembrerebbe una "fake news" ma in effetti è un maldestro tentativo di occupare un po' di visibilità mediatica contrabbandando la presunta disponibilità del simbolo e del nome della D.C. senza averne titolo come stabilito dalla Corte di Cassazione a sezioni unite con la sentenza n. 25999 del 23 dicembre 2010,  che ha sostanzialmente annullato i fantomatici  "accordi di Cannes" che sancivano la spartizione delle spoglie della D.C. (beni materiali e immateriali) tra il C.D.U. e il Partito Popolare.

L'utilizzo millantatorio di una titolarità di rappresentanza della D.C., servito certamente ad acquisire la benevolenza di Berlusconi ed a favorire una carriera politica in Forza Italia, oggi viene riproposto furbescamente nei confronti dell'emergente Cairo.

Una scelta spregiudicata e politicamente discutibile per modalità e finalità che farà rivoltare nella tomba il compianto on. Fiorentino Sullo (inconsapevole intestatario della Fondazione) che nella D.C. è stato il fondatore della corrente  "Nuova  Sinistra" lontana anni luce dalle posizioni di Rotondi e Buttiglione.

Il tempo e gli elettori giudicheranno le scelte politiche, ma sarà purtroppo, ancora una volta, e non per nostra scelta la Magistratura, a ristabilire la  verità dei fatti.

 

La Democrazia Cristiana non muore mai

e diventa una fondazione:

alla guida Rotondi e Buttiglione

 

La Dc diventa una fondazione politica. La svolta è stata deliberata nella notte di venerdì a Giulianova, in un Ufficio di Segreteria che formalmente doveva eleggere il successore di Gianfranco Rotondi, fondatore e presidente del partito dimessosi la scorsa settimana”. Lo annuncia in una nota l’Ufficio Stampa della Dc. “In realtà - si legge nella nota - l’Ufficio di Segreteria ha ratificato una decisione già assunta e formalizzata nei giorni precedenti, con tanto di atti sottoscritti dal notaio. La Dc - prosegue la nota - sospende le attività come partito e cede il nome e il simbolo a una fondazione. Non a caso all’atto notarile ha partecipato anche il professor Rocco Buttiglione, ultimo segretario del Ppi e depositario, in base al patto di Cannes, dello scudo crociato. Buttiglione e Rotondi, insomma, hanno sciolto le sigle postdemocristiane - Dc,Cdu - riunendo il nome e il simbolo della Dc sotto l’egida di una delle fondazioni democristiane,specificamente la fondazione ‘Fiorentino Sullo’. Rotondi della fondazione sarà Presidente assieme a Buttiglione,in un tandem che si ripropone dopo anni di diaspora democristiana.

La fondazione farà cultura,formazione,eventi. Ma se Buttiglione e Rotondi andranno in giro a parlare sullo sfondo dello scudo crociato e sulle note del Bianco Fiore,c’ è qualcuno disposto a scommettere che non ci sia un disegno politico? La fondazione - conclude - sarà presentata a Roma venerdì 12 luglio, alle ore 15, alla Camera dei deputati”.

“Da Panebianco ai tassinari romani, lo dicono tutti: c’è spazio al Centro, mai come adesso. I populismi si battono solo mobilitando l’elettorato cattolico e centrista, niente affatto sparito, semmai rifugiato nell’astensione”. Così Gianfranco Rotondi, neo presidente della fondazione Dc, a Pescara ha presentato il senso politico dell’evoluzione del suo partito in fondazione politica.

“Il Centro - ha spiegato Rotondi - non può rinascere alleato con Salvini,che del populismo è la massima espressione. Né ha spazio un Centro alleato o peggio ancora partorito dal Pd. Esso ripeterebbe la parabola perdente dei tanti partiti di centro satelliti della sinistra. Serve un vero partito di Centro, può essere Forza Italia o una forza completamente nuova. Ma serve il coraggio di candidarsi alla guida del Paese con un programma nuovo, figure nuove e senza alleanze con Salvini e il Pd. A questa scommessa chiamiamo il nostro amico di sempre, l’unico che ci ha sempre ascoltato, capito, difeso: Silvio Berlusconi. Lavoreremo naturalmente con gli amici Dc: Lorenzo Cesa e Mario Tassone. Useremo una ‘strategia dell’attenzione’ verso chiunque mostri interesse per il cattolicesimo politico. Due esempi per tutti: il presidente Conte e il dottor Urbano Cairo, del cui impegno pubblico si parla sempre di più. Perció - conclude Rotondi - rialziamo il vessillo dello scudo crociato, per ritrovarci e camminare insieme a chi mostrerà più coraggio”.

 

La Dc muore, anzi no:

e Rotondi la trasforma in una fondazione

 

È il destino della Democrazia Cristiana, o meglio di ciò che rimane del partito che ha retto le sorti dell'Italia nel periodo della prima repubblica. L'ufficio stampa della Dc ha annunciato la svolta deliberata nella notte di venerdì a Giulianova dall'Ufficio di Segreteria che, formalmente, doveva eleggere il successore di Gianfranco Rotondi, fondatore e presidente del partito dimessosi la scorsa settimana. "In realtà - si legge nella nota - l'Ufficio di Segreteria ha ratificato una decisione già assunta e formalizzata nei giorni precedenti, con tanto di atti sottoscritti dal notaio. La Dc - prosegue il comunicato - sospende le attività come partito e cede il nome e il simbolo a una fondazione".

All'atto notarile ha partecipato anche Rocco Buttiglione, ultimo segretario del Ppi e depositario dello scudo crociato. Nella nota, si legge che "Buttiglione e Rotondi hanno sciolto le sigle postdemocristiane - Dc e Cdu - riunendo il nome e il simbolo della Dc sotto l'egida di una delle fondazioni democristiane, specificamente la fondazione" intitolata a Fiorentino Sullo, leader storico della "balena bianca" e maestro - tra gli altri - di Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Salverino De Vito e Ortensio Zecchino, tutti ex ministri Dc, il primo dei quali fresco di rielezione a sindaco di Nusco (Avellino). Della nuova fondazione saranno co-presidenti Rotondi e Buttiglione, "in un tandem che si ripropone dopo anni di diaspora democristiana. La fondazione farà cultura, formazione ed eventi", lavorando al tempo stesso alla costruzione di un nuovo soggetto politico di centro.

A confermarlo proprio Gianfranco Rotondi che dopo le elezioni europee, pur confermando fedeltà e fiducia a Forza Italia e al suo leader Silvio Berlusconi, aveva comunicato al Cavaliere di essere indisponibile a un'ipotesi di nuove maggioranze con Salvini, "a meno che il capo del Carroccio non faccia un passo indietro rispetto alla sua velenosa polemica contro le autorità ecclesiastiche e segnatamente contro il pontefice". Posizione che lo stesso Rotondi ha confermato sabato mattina a Pescara nella conferenza stampa di presentazione della nuova fondazione. "Da Panebianco ai tassinari romani, lo dicono tutti: c'è spazio al Centro, mai come adesso. I populismi si battono solo mobilitando l'elettorato cattolico e centrista, niente affatto sparito, semmai rifugiato nell'astensione", ha dichiarato l'ex segretario e fondatore della Democrazia Cristiana per le Autonomie, che ha spiegato come "il Centro non possa rinascere alleato con Salvini, che del populismo è la massima espressione. Né ha spazio un Centro alleato o peggio ancora partorito dal Pd. Esso ripeterebbe la parabola perdente dei tanti partiti di centro satelliti della sinistra. Serve un vero partito di Centro, può essere Forza Italia o una forza completamente nuova".

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Centesimus Annus

Il centenario della promulgazione dell'Enciclica del mio predecessore Leone XIII di v.m., che inizia con le parole Rerum novarum, segna una data di rilevante importanza nella presente storia della Chiesa ed anche nel mio pontificato. Essa, infatti, ha avuto il privilegio di esser commemorata con solenni Documenti dai Sommi Pontefici, a partire dal quarantesimo anniversario fino al novantesimo: si può dire che il suo iter storico è stato ritmato da altri scritti, che la rievocavano ed insieme la attualizzavano.

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