Condivido la scelta operata dai colleghi della Direzione e riconfermo che, grazie alla cecità degli amici Mario Mauro e Ivo Tarolli, si è persa una delle occasioni più favorevoli per tentare la ricomposizione dell’area politica dei cattolici democratici e cristiano sociali dell’Italia.
Un obiettivo per il quale ci eravamo fortemente battuti, con il seminario dei Popolari di Verona (23 Giugno 2018) e la stesura del patto programmatico costituente del 5 dicembre 2018, sino a condividere la prefazione di Tarolli al mio ultimo saggio: “Elezioni europee - la visione dei Liberi e Forti”. Fatiche sprecate dalle quali ricavare, alla fine, un tradimento per la Democrazia Cristiana e personale.
Sono arrivati a sacrificare il riferimento esplicito alla DC, mentre hanno accettato il diktat (almeno questa é la giustificazione di Tarolli) dei "radicali cattolici" ostili alla presenza ufficiale della DC e ad accettare persino l'appoggio di un signore screditato, oggetto di una denuncia penale della nostra DC e, fatto ancor più grave, a inserire nella lista, la "sexy prof" pordenonese (quella delle: “spiagge libere per gli scambisti d’Italia”, come base del suo programma), ultima perla di una strategia fallimentare che non darà buoni frutti.
Come abbiamo già evidenziato in altro editoriale: nessun voto dei “DC non pentiti” a questa lista che ha voluto discriminarci, anche perché sarebbe un voto inutile a un raggruppamento improvvisato e screditato per le scelte suddette, che non supererà la soglia del 4%, necessaria per eleggere qualche deputato al Parlamento europeo e il cui unico obiettivo è quello di offrire una qualche opportunità a futuri compromessi al duo dei fedifraghi.
Orfani di una lista democratico cristiana, siamo fortemente preoccupati dalla squallida e pericolosa deriva nazionalista e populista della politica italiana, contro la quale serve l’unità delle forze democratiche e popolari. Al voto del 26 Maggio ci comporteremo, quindi, come indicato nel comunicato della direzione nazionale.
Scegliere una lista e un candidato nella mia circoscrizione del Nord Est risulterà molto difficile. Non nascondo che guardo con interesse anche a ciò che accade nel partito democratico con la nuova segreteria Zingaretti. Ho scritto a Carlo Calenda, capolista PD nella nostra circoscrizione, sin qui senza replica, chiedendogli due impegni che, come ho più volte evidenziato, reputo indispensabili per qualsiasi politica di riforma si intenda operare nell’Unione europea e in Italia:
1) controllo pubblico della BCE e della banche nazionali;
2) netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria
Girata la domanda anche agli on. Brunetta e a Tajani di Forza Italia: anche da loro, sin qui, nessuna risposta. Anche stavolta gli hedge funds anglo caucasici/kazari potranno stare tranquilli con todos caballeros italici? Allo stato dell’arte, insomma, sarà molto difficile scegliere, vista anche la triste esibizione dell’on. Elisabetta Gardini ieri sera in TV, squallida espressione dell’ennesima transumanza partitica ai fini del “particulare”.
Siamo all’inverno del popolarismo italiano, ma, come disse Sturzo al congresso di Torino dei Popolari del 12 Aprile 1923: “dopo l’inverno tornerà la Primavera”.
Dopo il voto del 26 Maggio, penso che spetterà a noi “ DC non pentiti” concorrere alla costruzione di un nuovo centro popolare sul modello dell’UMP francese; un’Unione dei Movimenti Popolari Italiani (UMPI) democratica, popolare, riformista, europeista, trans nazionale, ispirata dai valori dell’umanesimo cristiano e inserita a pieno titolo nel PPE da far tornare ai principi dei padri fondatori: Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman.
Ettore Bonalberti