IL SEGRETARIO NAZIONALE
È in corso un vergognoso e strumentale attacco all'operato del presidente Fontana, il quale avrebbe convocato il Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana in violazione del regolamento e omesso di correggere presunte irregolarità nello svolgimento delle assemblee provinciali e regionali.
Si tratta di una accusa pretestuosa, mirata a fornire un assist alle inconsistenti motivazioni dell'ulteriore ricorso di Cerenza e Desimoni, iquali tentano in tutti i modi di impedire la ricostituzione della Democrazia Cristiana Storica.
Premesso che nessun ricorso è stato formalizzato nei termini statutari e regolamentari da eventuali ricorrenti prima del Congresso o duranti i lavori del Congresso medesimo, la base elettorale, costituita dall'elenco dei delegati convocati da Fontana, è da considerarsi perfettamente legittima.
Pretestuosa è inoltre la polemica sulla verifica poteri congressuale che doveva soltanto accertare, ai fini dell'accreditamento per la partecipazione ai lavori, e alle votazioni l'identità dei delegati e i trasferimenti di delega.
Tutto questo è avvenuto sotto la responsabilità del Presidente e dei componenti l'ufficio di Presidenza del Congresso, i quali hanno legittimato il tutto regolando, senza rilievo alcuno, i lavori congressuali, acquisendo e fornendo alla commissione elettorale l'elenco degli aventi diritto al voto, vigilando sulle operazioni connesse e annunciando il risultato, e – infine - proclamando eletti il Segretario Politico e i componenti il Consiglio nazionale.
È, pertanto, paradossale che a mesi di distanza Presidente e componenti l'ufficio di Presidenza del Congresso scoprano, autodenunciandosi, che il loro operato sia stato irregolare e comporti l'eventuale nullità del Congresso medesimo. Cosa, questa, assolutamente improbabile. Visto il danno che avrebbero, in tal caso, determinato, ne risponderebbero sia politicamente e sia sul piano giudiziario.
Il ricorso di Cerenza e Desimoni (non più soci della D.C.) basato su una presunta irregolarità nella elezione dei delegati della Regione Lazio è palesemente irrilevante ai fini giudiziari ed è mirato a tentare di ottenere la responsabilità della gestione finanziaria e patrimoniale della Democrazia Cristiana minacciando di contestare, attraverso i continui ricorsi, la legittimazione giuridica del Partito.
Purtroppo, trovano all'interno del Partito utili ... portavoce che, insoddisfatti dei ruoli acquisiti, tramano per danneggiare l'immagine della Democrazia Cristiana e bloccarne l'attività politica e organizzativa.
Ma non ci faremo certamente intimidire! Affronteremo con determinazione i problemi sia sul piano politico che su quello giudiziario. Ma porteremo avanti il mandato affidatoci dal Congresso di ricostituire e rilanciare la Democrazia Cristiana.
In ultimo mi preme precisare che in Sicilia, le Assemblee congressuali si sono svolte in tutte le Province e a livello regionale con la massima regolarità certificata dai verbali redatti dai responsabili e sottoscritti dai Soci con allegate copie dei documenti d'identità.
Rispetto al calcolo della rappresentanza, bisognerebbe imparare a leggere il Regolamento il quale, garantendo i Delegati in ogni Provincia, consente di esprimere una rappresentanza proporzionale nelle Province che hanno una maggiore concentrazione di Iscritti.
La verità è che in Sicilia la Democrazia Cristiana esiste ed è in forte crescita; in altri casi, per la scadente rappresentatività di certi personaggi e per la banalità della loro storia politica la presenza è solo virtuale.
Con viva cordialità.
Renato Grassi