Le immagini che corrono in queste ore in TV e sui quotidiani fanno pensare. A 99 anni esatti dall’appello ai "Liberi e forti" di don Luigi Sturzo, che fece nascere il Partito popolare, il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha cercato di conquistare i moltissimi democristiani che vivono nel ricordo di don Sturzo che hanno il "cuore" nella Caltagirone del sacerdote che scosse la politica italiana nel 1919. Nel teatro parrocchiale di Sant'Anna accanto a Pierluigi Castagnetti si è rivolto agli antichi DC concittadini di don Sturzo.

Ho avuto un sussulto di dignità e non ho potuto non riflettere su un fatto che fa sanguinare il cuore e lacerare la mente: il PD rende omaggio a Sturzo e la DC si spacca, si divide, insegue fantasmi, fa capricci, rinnega la propria identità.

Sfogliando i quotidiani oggi non ho potuto non chiedermi: che cosa stavano a fare In prima fila i vertici del Pd siciliano? E come non si sono ribellati i moltissimi democristiani che vivono nel ricordo di don Sturzo? Non poteva essere la DC a parlare di don Sturzo e di un altro siciliano, Giorgio La Pira, citati dal PD come esempi «di uomini politici che stanno per diventare santi».

Questa riflessione tocca solo per transenna l’iniziativa del PD. La cosa grave è la mancata iniziativa della DC e la miope visione di una mancata serrata unità per gridare insieme e promuovere il Liberi e forti del profeta siciliano Luigi Sturzo.

La gente di Caltagirone senz’altro si sarà chiesta: «Dove sono i Democristani?». 

E a molti staranno venendo in mente le parole del Vangelo: «Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi» (Marco 3,25)

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