I partecipanti all’incontro promosso dall’Associazione “Codice di Camaldoli” e dalla Democrazia Cristiana, riuniti presso il Monastero di Camaldoli il 17 e 18 Giugno 2017, per discutere sul tema: “Il mondo cattolico e l’impegno dei cattolici”, dopo un ampio libero serrato confronto si sono trovati uniti nelle seguenti conclusioni:

1. Consapevoli della condizione di assoluta irrilevanza dei cattolici nella vita politica italiana e del perdurare di una colpevole e incomprensibile frammentazione della vasta galassia sociale, culturale e politica che fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, noi tutti, senza avere lo sguardo rivolto al passato o nostalgie di una perduta egemonia, abbiamo lucida coscienza della condizione in cui vive l’uomo oggi nella società occidentale, nella quale domina ormai un relativismo morale in cui i desideri individuali si vogliono trasformare in diritti, contro ogni principio etico e contro la stessa legge naturale.

a)  A livello esistenziale e socio culturale prevale una condizione anarchica definibile come anomìa: assenza di regole, discrepanza tra mezzi e fini, venir meno dei gruppi sociali intermedi tra individui e Stato. Donde una diffusa frustrazione morale, che può dar luogo ad atteggiamenti regressivi e di aggressività individuale e collettiva; una Anomìa  anche a livello internazionale tra varie visioni proposte (es. cinese, islamica, occidentale o russa) che appaiono incompatibili, se non entro una visione universale (=cattolica).

b) A livello economico trionfa il cosiddetto “turbocapitalismo”: la finanza detta i fini alla politica, con rovesciamento di funzioni e prospettive: con l’avvio all’oscura globalizzazione in cui l’Occidente intende asservire l’intero pianeta. Da tale rovesciamento di valori e prospettive la politica, anziché servizio al bene comune, viene degradata a supporto di poteri finanziari contrari alle esigenze degli esseri umani.

2) È in questa situazione di valori rovesciati che esplodono fenomeni di scontro e guerre che traggono spunto anche da parziali visioni di marca religiosa. E intanto ne fa le spese la stessa concezione sociale additata dalla dottrina sociale della Chiesa.

3) Di qui l’invito a una nuova responsabilità dei cattolici, a proporsi come elemento unitivo per tradurre nella città dell’uomo la dottrina sociale della Chiesa, sulla linea delle indicazioni di Papa Francesco all’Azione Cattolica nel 150° anniversario della fondazione. Nella situazione italiana sentiamo come prioritario il dovere di concorrere a ricomporre, dopo una lunga stagione di diaspora, l’intera area di ispirazione cattolica per offrire una nuova speranza. E lo vogliamo fare non semplicemente da cattolici individualmente impegnati in una qualsiasi formazione politica, ma da persone unite in una politica di ispirazione cristiana.

4) Siamo impegnati per la costruzione di un'Europa intesa non come un grande stato che imponga comportamenti uniformi ma come ente sovranazionale accomunato nei valori fondanti, aperto al ruolo decisionale dei singoli stati e delle diverse etnie linguistiche e del gruppi sociali di base ove risiede la prioritaria sovranità, una Europa più umana, che tragga linfa vitale dalle libertà civili derivate dalle sue radici cristiane e all'interno della quale le peculiarità regionali e locali possano lavorare assieme per il benessere comune: secondo l’idea di un’Europa dei popoli e non dei poteri finanziari, una istituzionale sovranazionale secondo la visione dei fondatori Adenauer, De Gasperi e Spaak e Schumann.

5) Dal punto di vista economico aspiriamo a un mercato libero e civile, ben diverso da quello di una concorrenza che si affidi alla contrapposizione di forze come nel progetto liberale ma che sia controllato dalla società civile con leggi che tutelino le realtà più deboli; e del pari diverso da quello che vuol interventi diretti dello Stato come nel progetto socialista. Vogliamo quella economia “civile” libera da inique imposte su ogni scambio di beni o servizi e sappia tutelare ogni famiglia e ogni individuo non solo nel campo del lavoro ma anche, e prima di tutto, quale consumatore di beni: coniugando in modo equilibrato libertà individuale, responsabilità personale, sviluppo economico e solidarietà sociale. 

6) Riconosciamo il primato della politica quale sintesi ideale e rappresentanza reale di bisogni diversi e diffusi, rifuggendo da inutili conflittualità di parte ma che riassuma i valori sociali di un popolo nella diretta partecipazione dell'Uomo-Cittadino alla costruzione del futuro per sé e per i suoi figli. La traduzione nella “città dell’uomo” degli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa e l’applicazione dei principi dell’economia civile alternativi a quelli del finanz-capitalismo dominante quali impegni per una nuova politica ispirata all’umanesimo cristiano, cioè della promozione di tutti i valori umani.

7) La politica non deve limitarsi a strumento per vincere competizioni elettorali, ma agire a salvaguardare e costruire gli interessi delle generazioni future, a cui garantire quel lungo periodo di pace, di libertà e di benessere che i nostri padri hanno assicurato a noi. I valori della Vita, della persona e della famiglia e dei centri di vita associata che lo Stato deve riconoscere e tutelare, questi gli elementi al centro della nostra proposta.  “Servire la politica e non servirsi della politica” era il motto di don Sturzo e dovrà essere il monito basilare del comportamento di una nuova classe dirigente. Sosteniamo con forza l'idea di uno Stato che sia espressione delle sue articolazioni territoriali di base come la carta costituzionale ha indicato. Viviamo l'autonomia locale come forma di massima libertà, esaltando la partecipazione responsabile nel rispetto del principio di sussidiarietà portandola anche nella prospettiva europea. Una sussidiarietà che deve riguardare non solo le istituzioni, ma anche il rapporto tra istituzioni e società civile: le istituzioni pubbliche non si sovrappongano a ciò che può far meglio il cittadino singolo o associato nelle sue istituzioni di base che la tradizione e le leggi di natura gli hanno posto dinanzi.

Diamo vita, dunque, a un modello di valori coordinato al primato della Vita e della Famiglia e delle realtà naturali di base, in un assetto democratico italiano ed europeo che sappia coinvolgere tutti coloro che con entusiasmo e motivazione ideale intendono mettere a disposizione le propria intelligenza, capacità e professionalità per il bene comune.

Diamo annuncio della proposta formulata dall’On. Gianni Fontana di incontrarci il 14-15-16 Luglio alla Rocca camaldolese del Garda a Bardolino per predisporre - con rappresentanti delle diverse formazioni sociali, culturali, politiche, delle associazioni e dei gruppi e di singole personalità dell’area cattolica - il programma dei democratico-cristiani per l’Italia; un programma che, coerente con l’ispirazione cristiana, sappia offrire risposte “alle attese e ai bisogni delle famiglie e dei più indigenti e fragili”, ivi compreso il ceto medio vittima di un progressivo impoverimento.

Dall’Abbazia di Camaldoli, 18 giugno 2017 

Letto, approvato e sottoscritto.

Gianni Fontana - Ettore Bonalberti - Fabrizio Fabbrini - Antonino Giannone

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