DEMOCRAZIA CRISTIANA

 

 

Apprendiamo da notizie giornalistiche che il Signor Angelo Sandri ha presentato in occasione delle prossime consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre, a Roma una lista denominata “Libertas, Democrazia Cristiana”, con candidato sindaco il Signor Rodolfo Concordia. Dai resoconti informativi di stampa si evince inoltre che la sopraddetta lista non sarebbe stata ammessa alle succitate consultazioni dalla Commissione elettorale per diffusi difetti di forma ritenuti insanabili, e che sulla contesa il TAR del Lazio ha respinto il ricorso che era stato presentato avverso l’esclusione della lista medesima (fonte notizia, agenpress.it).

Al di là della questione concernente il rispetto degli adempimenti nelle conformità a quanto preteso dalla normativa in materia elettorale, l’episodio rileva per noi per il fatto dell’attribuzione di un titolo di rappresentanza, come riportato in stampa (La Repubblica, Il Gazzettino Veneto, entrambi del 9 settembre scorso) del signor Angelo Sandri, definito Segretario politico e del signor Gianfranco Melillo, definito Segretario amministrativo della Democrazia Cristiana, in spregio al dato inconfutabile che non risultano essere iscritti, ma estranei a questa forza politica, privi pertanto di alcuna legittimazione e fondamento a rappresentarne ogni qualsivoglia titolarità. Anche se non sono stati pochi i tentativi di darle reviviscenza, mai portati legittimamente a compimento, vuoi per rilevanti e manifeste difformità statutarie, vuoi per pronunce giurisprudenziali, la Democrazia Cristiana, dopo la non breve assenza dalla scena politica, ha trovato finalmente nell’iniziativa di un gruppo di promotori, tra cui Renato Grassi e l’on A. Alessi, sulla scorta dell’ultimo elenco reperibile degli iscritti dell’ultimo tesseramento 1992/93, e con l’asseverazione giudiziale del Decreto 7756/2016 del giudice Romano del Tribunale di Roma, il suo abbrivio per un suo ritorno sulla scena politica.

Questa Iniziativa ha dato impulso ed avvio al legittimo e corretto percorso riorganizzativo, con la regolare convocazione e lo svolgimento dell’assemblea degli ultimi iscritti reperibili, avvenuta nel febbraio 2017 all’Hotel Ergife di Roma e poi culminata, dopo i passaggi intermedi dei congressi territoriali, nel XIX Congresso nazionale del 13/14.10.2018, in seno al quale, fu eletto segretario nazionale, Renato Grassi. Quell’evento, presupposto rifondativo del rientro nella politica attiva della Democrazia Cristiana, ha sancito l’avvio di un processo di riviviscenza e di ordinaria riorganizzazione degli organi statutari nelle diverse realtà regionali, nel proposito di non far mancare la propria proposta politica nelle istituzioni rappresentative locali e nazionali, tanto da essere presente con proprie liste in alcuni Comuni interessati al voto del 3 e 4 ottobre prossimo. Rileva sottolineare, inoltre, come, ad oggi, nessuna di quelle attività e decisioni adottate nel corso di questi consessi (Assemblea degli iscritti del 2017 e XIX Congresso del 2018) sono stati oggetto di pronunce ablatorie da parte di alcuna Autorità giudiziaria.

Né tanto meno vi sono state decisioni interne caducatorie da parte degli organi statutari a ciò deputati, nei termini previsti, a norma di Statuto, anche perché nessuno propose ricorsi interni sulla legittimità e regolarità del XIX Congresso. Va da sé che è pertanto Renato Grassi, quale Segretario politico e Mauro Carmagnola, attuale Segretario amministrativo, a rappresentarne unicamente e legittimamente la continuità con la DC come storicamente l’abbiamo conosciuta nella storia politica del nostro paese, da De Gasperi fino ai primi anni ‘90, ove poi, pur rimanendo fuori dall’agone politico, ed in uno stato di inerzia statutaria, non vi è mai stato un regolare scioglimento del partito, come statuito da varie sentenze.

Così non può che riconoscersi piena validità ed unicità rappresentativa alle scelte elettive e alle deliberazioni del XIX Congresso dell’ottobre 2018, al Segretario politico, in quella sede eletto, Renato Grassi e alle Decisioni che via via stanno assumendo i diversi organi statutari, nazionali e locali.

A fronte di tanta evidenza v'è, per contro, un quadro giudiziale che fa emergere, inconfutabilmente, tutta l’infondatezza della pretesa titolarità del Sig. Angelo Sandri e del suo accreditarsi la rappresentanza della Democrazia Cristiana. Come si legge testualmente nella Sentenza n. 6986/2009 depositata il 28.09.2009, del Tribunale civile di Roma, terza sezione, Giudice. Vannucci, emessa nella causa civile al Ruolo generale n.10085/2006:

“..3)rigetta la domanda proposta dall’associazione non riconosciuta come persona giuridica, oggi denominata Democrazia Cristiana, in persona del Segretario politico Angelo Sandri e del Segretario amministrativo Palmiro Scalabrin, nei confronti delle seguenti associazioni non riconosciute come persone giuridiche, Unione dei democratici Cristiani e dei Democratici di centro (U.D.C); Cristiani Democratici Uniti;(C.D.U) Associazione Partito Politico della Democrazia Cristiana, in persona del Presidente Gianfranco Rotondi; Centro Cristiano Democratico (C.C.D); Partito Popolare Italiano.” “..

4) In accoglimento della domanda proposta dalla Associazione Partito Politico Democrazia Cristiana, in persona del Presidente Gianfranco Rotondi, inibisce all'associazione non riconosciuta come persona giuridica, oggi denominata Democrazia Cristiana (di cui Angelo Sandri è Segretario politico e Palmiro Scalabrin è Segretario amministrativo), di utilizzare nei rapporti con i terzi la denominazione “Democrazia Cristiana” ed il relativo acronimo”DC”.”.

Statuizione confermata sia in Appello che in Cassazione.

Peraltro non uniche pronunce. Già nella Sentenza del Tribunale civile di Roma, terza sezione emessa il 15.06.2006 del Giudice Manzo, nella parte motiva della decisione che statuiva sulla citazione notificata il 16.09.2002 avverso il Partito dei Democratici Uniti -CDU, “chiedendo che fosse inibito al convenuto di inibire e comunque di ostacolare in qualunque occasione e manifestazione esso attore nell’uso del nome “Democrazia Cristiana” e del simbolo tradizionale dello scudo crociato con scritta “Libertas”, così si disponeva: “Va anzitutto chiarito che l'unico soggetto legittimato per parte attrice è il Partito della Democrazia Cristiana in persona del segretario politico G.P e del segretario amministrativo A.L… L’altra formazione politica che ha assunto la medesima denominazione è che sta in giudizio in persona di P.S. e A. S., va quindi estromessa dal processo, si come parte estranea.”. Ove nelle rispettive sigle P.S sta per Palmiro Scalabrin e A.S. sta per Angelo Sandri.

Sentenza che trovava conferma sia davanti alla Corte di Appello di Roma, con propria pronuncia del 23.03.2009, sia in Corte di Cassazione, a sezioni unite civili, il 9 novembre - 23 dicembre 2010, n. 25999. Così confermando il disconoscimento di ogni titolarità del Sig. Angelo Sandri sul partito Democrazia Cristiana, sul suo nome e sul suo simbolo.

Nonostante ciò il Signor Angelo Sandri continua a svolgere, ovviamente sine titulo, attività politica sotto l’apparente denominazione di Democrazia Cristiana e del correlativo simbolo, nominando illegittimamente rappresentanti territoriali in diverse realtà regionali, e a presentare liste con tale nome e simbolo nelle competizioni elettorali (appunto quella citata a Roma in occasione della consultazione amministrativa per Comune e Municipi del 3 e 4 ottobre prossimo) unitamente ad iniziative di propaganda mediatica e informativa: attività e titoli ovviamente totalmente indebiti per le richiamate statuizioni giudiziali, in esito a ben tre gradi di giudizio, a tenore delle quali il Signor Angelo Sandri non ha titolo alcuno per rappresentare la Democrazia Cristiana e correlativamente fare uso del noto simbolo dello scudo crociato,non riconducendosi a nessun elemento di continuità con la Democrazia Cristiana “storica”.

Pertanto questo inedito e similare partito, rappresentato nella sedicente titolarità di Segretario nazionale da Angelo Sandri, deve ritenersi, in forza delle pronunce giudiziali citate, con cui si è inibito l’uso della denominazione Democrazia Cristiana e dell’acronimo DC, privo di qualsivoglia espressione della continuità storica con la DC di De Gasperi, Fanfani, Moro e quanti ne hanno rappresentato l’esperienza politica fino al 1993.

Tanto esposto ed argomentato,

il Segretario politico della Democrazia Cristiana, come sopra descritta nella sua continuità storica con l’esperienza e la titolarità del partito che per ben cinquant'anni fu protagonista principale della storia politica e istituzionale del nostro Paese, e il Segretario amministrativo Mauro Carmagnola, hanno provveduto a rinnovare la Diffida già indirizzata il 22.03.2021, al sopraindicato sig. Angelo Sandri e qualsivoglia altra persona nella funzione di rappresentante territoriale ai diversi livelli che a quel preteso Segretario nazionale si riconduce, a non proseguire con queste e qualsiasi altra attività di pretesa rappresentanza della Democrazia Cristiana, con l’avvertenza che, qualora dovesse ulteriormente perseverare in questa spuria attività di rappresentanza del partito, giammai comunque alla Democrazia Cristiana riconducibile, come dalle diverse Sentenze citate, stante il permanente pregiudizio che tale stato di cose produce, si sarà costretti ad adire le sedi giudiziali.

Roma, 18.09.2021

Il Segretario nazionale DC Renato Grassi

Il Segretario amministrativo Mauro Carmagnola

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